La certificazione della classe energetica degli immobili è diventata obbligatoria nel 2005, con l’obiettivo di misurare le prestazioni energetiche di una casa e determinarne così l’impatto sull’ambiente, ma anche il valore di mercato. Parlare di casa passiva e di casa in classe A può sembrare la stessa cosa, in realtà anche se facciamo riferimento alle prestazioni energetiche dell’abitazione, non sono due sinonimi.

La classificazione della spesa energetica dipende da più fattori, tra cui i materiali di costruzione impiegati, la dimensione stessa della costruzione, la qualità degli infissi e, naturalmente, l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. L’insieme di queste caratteristiche determina la classe di appartenenza e indica prestazioni, efficienza e consumi dell’edificio. Le soluzioni costruttive minime che devono essere prese in considerazione per ottenere una classe energetica elevata, o la certificazione passiva, diventano sempre più restringenti quanto più si cerca una riduzione sostanziale dei consumi. Tra queste c’è sicuramente l’orientamento dell’edificio che privilegia un’esposizione a sud per sfruttare l’apporto energetico del sole. L’involucro deve poi garantire un adeguato isolamento termico e un ottimo livello di coibentazione, anche grazie alla presenza di doppi o tripli vetri basso emissivi. Inoltre, un efficiente sistema di ventilazione meccanica controllata deve assicurare il giusto ricambio dell’aria, limitando le dispersioni energetiche.

Ma qual è la differenza sostanziale tra case passive ed edifici in classe A? Una casa in classe energetica A presenta consumi annui inferiori ai 30 kWh/m2, raggiungendo i 15 kWh/m2 per le classi superiori, dove il livello più alto è rappresentato da A4. Un fabbisogno garantito sia da una progettazione accurata, sia da un adeguato processo di costruzione che migliora l’efficienza dell’involucro a tutti i livelli.

Le case con certificazione Passivhaus, uno degli standard costruttivi più accreditati a livello internazionale, soddisfano il proprio fabbisogno energetico senza ricorrere ai tradizionali impianti di riscaldamento. Esse sfruttano invece l’irraggiamento solare, la ridotta dispersione termica dell’involucro e il calore dell’ambiente interno. In questo modo riescono ad assicurare un livello di benessere e un’efficienza energetica molto elevati durante tutto l’anno, equivalente a circa 14 kWh/m2, con un carico termico inferiore a 10 W/m2. Le perdite di calore, che avvengono nei mesi più freddi attraverso le pareti esterne, sono minimizzate grazie a una ventilazione meccanica efficiente, all’isolamento termico e all’impiego di materiali che garantiscono elevata impermeabilità all’aria. Inoltre, sono compensate dall’energia termica generata da persone ed elettrodomestici e trattenuta all’interno dell’abitazione. Proprio la tenuta all’aria è un requisito fondamentale e obbligatorio per il conseguimento della certificazione passiva: il Blower Door Test permette infatti di verificare che tutti i collegamenti e i componenti dell’involucro siano perfettamente impermeabili, e offre una misura reale del comfort abitativo della casa passiva.

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