Spesso non ce ne rendiamo conto, ma gli edifici in cui trascorriamo la maggior parte della nostra vita privata o lavorativa possono influenzare e avere un forte impatto sul nostro benessere e sulla salute. La bioarchitettura, grazie alla sapiente combinazione di materiali e tecniche ecosostenibili, ci ha dimostrato negli anni come sia possibile progettare e costruire ambienti sani ed ecologicamente sicuri. Ma l’approccio green della bioarchitettura oggi, sempre di più, è sostenuto e rafforzato da una nuova frontiera del design sostenibile, che mette le relazioni emotive e biologiche fra le persone e lo spazio al centro della progettazione architettonica e decorativa: parliamo del biophilic design.
Una vera e propria corrente filosofica che cura l’aspetto ambientale, biologico ed evolutivo dell’uomo. Un’etica progettuale che abbraccia i bisogni di coloro che desiderano riconnettersi con la natura, anche all’interno degli ambienti in cui trascorrono la loro quotidianità. Il design biofilico si interessa quindi a prodotti e processi che possono stimolare il bisogno innato e ancestrale dell’uomo a ricercare un costante contatto con il verde. Sin dagli albori della civiltà, infatti, la natura è stata per l’uomo l’unico habitat, che gli ha garantito acqua, cibo e riparo. Con lo sviluppo della civiltà gli essere umani si sono progressivamente allontanati dalla natura, ma il legame ancestrale è rimasto ed è indissolubile, e viene chiamato dagli studiosi biofilia. Questo termine, che letteralmente significa “amore per la vita”, è stato coniato per la prima volta dallo psicologo tedesco Erich Fromm per descrivere l’impulso dell’uomo verso tutto ciò che è vivo e trasmette vitalità. È una predisposizione innata, proprio come il linguaggio, ma che per svilupparsi ha bisogno di continue stimolazioni, carenti in una società così urbanizzata come la nostra. Ecco che il design e la progettazione architettonica possono aiutare a recuperare questa carenza. In particolare, il biophilic design ricerca soluzioni che siano il più possibile rigenerative, antistress e producano effetti benefici a livello cognitivo, psicologico, fisiologico, emozionale, sociale e ambientale. La fisiologia e i ritmi del corpo infatti, se armonici con quelli dell’ambiente che lo circondano, sono più inclini a mantenersi in equilibrio. Un edificio o un ambiente, progettato secondo i criteri biofilici, è in grado di sollecitare una rapida risposta rigenerativa del corpo, trasmettendo un profondo benessere a quanti lo vivono.
I parametri della progettazione biofilica
La progettazione biofilica e la bioarchitettura sono dunque complementari. Se la seconda favorisce l’utilizzo di soluzioni a basso impatto ambientale ed energetico, la biofilia si concentra sui processi rigenerativi e il benessere fisico e mentale di chi vive gli spazi domestici o lavorativi. L’integrazione tra le due può concretamente stimolare l’interazione uomo-natura, ma deve privilegiare parametri ben precisi, iniziando proprio dall’utilizzo di materiali di origine naturale come il legno o la pietra. Segue poi l’inserimento di elementi vegetali, di stimoli sensoriali che generino riferimenti alla natura, come il rumore dell’acqua che scorre o profumi che ricordano la foresta, cromie che richiamino il più possibile atmosfere naturali: il verde, il giallo ocra e i colori della terra. Il tutto mantenendo un ordine visivo tra gli elementi. Molto importante inoltre è che gli ambienti siano ben areati, con un ricambio d’aria costante e che la luce naturale sia diffusa e omogenea, utilizzando quindi ampie vetrate e finestre dalla struttura visivamente leggera. In questo modo lo spazio domestico si integra con l’ambiente esterno che lo circonda, creando un ambiente fluido e un senso di reale commistione tra architettura e natura.
Il potere rigenerativo del legno
Abbiamo imparato a conoscere i molteplici pregi delle case in legno, a partire proprio dagli alti livelli di comfort ambientale che permettono di raggiungere. Un requisito condizionato da determinate variabili, come temperatura, umidità, luminosità, ma anche dalla natura stessa dei materiali con cui veniamo a contatto. Proprio per le sue qualità intrinseche, il legno risulta un materiale estremamente piacevole e capace di generare un senso di benessere nel rapporto con gli oggetti e gli ambienti dove è presente.
Nel 2013, un’équipe di ricercatori dell’Università di Padova ha condotto uno studio intitolato “Wood comfort: l’analisi del comfort generato dal legno come materiale da costruzione e d’arredo”, il cui obiettivo era analizzare le cause di questa interazione positiva tra uomo e legno. Prove condotte in ambienti indoor e outdoor hanno evidenziato come il legno sia il materiale naturale per eccellenza, considerato piacevole, benefico e rigenerante, in grado di suscitare reazioni non solo sensoriali, ma anche biofisiche, che sono misurabili e possono variare a seconda della sensibilità personale. Dimostrati i suoi effetti positivi anche negli ambienti lavorativi: aumenta i livelli di attenzione e concentrazione, stimola la creatività e abbassa lo stress.
Vivere a contatto con la natura, anche se indirettamente, è quindi possibile e fondamentale. Per questo è essenziale ripensare il modo in cui abitiamo le nostre case e le città. Progettisti, costruttori, aziende e istituzioni sono chiamati a fare la loro parte affinché la strada tracciata dalla bioarchitettura e dal biophilic design possa proseguire, e diventare eredità culturale per le generazioni future.
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